martedì 15 giugno 2010

"La Notte del Passatore", Capitolo VII

Km.75. Buio pesto.


Procedo. Ogni tanto cammino e respiro, ma poi mi rimetto a trottare e vado avanti. Vedo le luci degli altri podisti, delle macchine, ogni tanto il Baldo tira due madonne se ci passano accanto un po’ forte. Io non parlo quasi mai, non è ancora il momento di cantar vittoria. Ogni 10 minuti mi dà da bere altra acqua, con sali. San Cassiano, finalmente. Siamo molto avanti, ormai è mezzanotte, ma siamo messi bene, presto mi cambierò, per l'ultima volta.


Ci siamo, ecco il km.80, il ristoro, gente, luci e voci. Mi fermo un minuto, forse due, mi tolgo quasi tutto, tranne le scarpe, metto pantaloncini freschi e finalmente la canotta TRC per l’arrivo, sopra alla maglietta gialla che sta tenendo molto bene, i miei due amici mi assistono. Torno in strada, faccio due piegamenti sulle gambe, sono dure ma si chiudono, tiro due saracche, mi carico un po’ e riparto. Siamo a 9 ore di corsa, è mezzanotte.

Domenica 30 maggio.

Buio. I miei amici mi dicono che adesso mi devono lasciare, andranno alla macchina, a Faenza, a caricare le bici, per loro ci vorrà un’ora, poi sistemeranno tutto e mi aspetteranno al traguardo, fino alle 3, ora in cui loro partiranno per andare… al mare. Ma io arriverò prima delle 3, voglio arrivare prima delle 3, sicuro. All’arrivo ci sarà anche il mio amico Gabriele, di Sant’Ilario, che sta arrivando da Bologna e poi mi porterà a casa.

Sono stanco, ma va bene, procedo corricchiando, se i miei amici se ne vanno e mi lasciano affrontare gli ultimi 20km da solo significa che non sono preoccupati né in dubbio, sanno che arriverò. E’ ancora molto lunga, ma sanno che arriverò. E poi rimanere un po’ da solo mi sta bene, posso concentrarmi meglio, gli ultimi km saranno esplosivi dentro, un casino a livello mentale, dovrò respirare bene, gestire l’emozione, preferisco viverli da solo.

Vado avanti, buio. Supero per la seconda volta Gianluca Di Meo, un bolognese che di solito mi strabatte, me lo ricordo alla gara da 48km sull'argine del Lamone, a Bagnacavallo, nel finale mi staccò di 15 minuti. Eravamo stati in gruppo per quasi tutta la corsa, lui accompagnava Monica Barchetti, poi quando lei andò in crisi verso il 36°km lui la mollò per tirare gli ultimi km, aveva energia dappertutto.

Anche alla 50km di Romagna mi arrivò davanti: lui 4h20', io 4h38', una batosta... Ma oggi no, questa è una corsa diversa dalle altre, questa è la MIA corsa, questa è la notte che non perdona. Lo saluto, tiene lo sguardo basso, forse non mi riconosce, è molto stanco ed in difficoltà. Vado avanti.


La luna si staglia alla mia destra, sbuca dalle collinette ormai basse, siamo quasi in pianura… Un silenzio irreale, sono completamente solo nel buio, sento solo il rumore dei miei passi leggeri, il mio respiro. Non esiste un'altra corsa come questa... Ormai sono a nove ore e mezza di corsa, procedo. Non mi supera nessuno, e ogni tanto ne supero qualcuno. Passiamo Casale, poi ecco Fognano.


Km.85. Arrivo al ristoro, urlo "sono qui!", mi guardano. Mi fermo, bevo. Sto bene sto tenendo 35-36’ per ogni 5km, cammino ogni tanto, ma continuo anche a correre, lentamente, 7’ al km è un buon ritmo giunti a questo punto. Sto sotto le 12 ore di sicuro, forse meglio.

Adesso devo arrivare a Brisighella, verso il km.90, è l’ultimo paese grosso prima del tratto finale, ci sarà anche l’ultimo traguardo intermedio e ci sarà gente. Ci saranno le luci. Ed i colori. Forza!

E’ la notte del Passatore, lunga, infinita, una notte che sembra non avere limiti di spazio e di tempo…

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