giovedì 3 giugno 2010

"La Notte del Passatore", Capitolo I


"Firenze"

Sabato 29 maggio. Sveglia naturale alle 6, caffè bollente, poi ricca colazione, con brioches, miele, marmellata, biscotti, tè. In mattinata frutta, bevo. Verso le 10 un piatto di spaghetti al pomodoro con grana. Mi peso: quasi 78kg, perfetto, negli ultimi 3 giorni ho preso 3kg di liquidi e carboidrati, come previsto; è la mia riserva per domani, si scioglieranno nelle prime ore di corsa, al caldo, e tornerò ai soliti 74-75kg prima di sera.


Ultime rifiniture, sistemo tutta la roba per oggi. E’ tutto a posto, Daniele e il Baldo hanno già i miei ricambi per la gara, invece Gabriele avrà la borsa con la roba per l’arrivo di stanotte. Sono le 10,30, arriva mio fratello, puntuale, partiamo per Firenze. Viaggio tranquillo, sono comodo e rilassato, mangio altre due banane, bevo ancora. Giornata bellissima, cerco un cielo un po’ coperto, cerco il fresco ma non lo trovo, c’è il sole.


Alle 12,30 arriviamo, parcheggiamo sul Lungo Arno; tiro fuori il pasto leggero che mi sono preparato, pomodori, mozzarella, insalata, mais, mangio e bevo ancora. Fa caldo, altro che cielo coperto e rischio pioggia, è serenissimo, non c’è una nuvola, ci saranno 28°C, qualcuno addirittura dice 31°C. Brutto affare…


Mi cambio, sono le 13,30, ci incamminiamo verso il centro, che è ad 1km: turisti, Piazza della Signoria, Piazza del Duomo, e poi Via dei Calzaiuoli, lo striscione della partenza. Saluto mio fratello, lo ringrazio. Rimango da solo, ormai ci siamo. Ore 14, manca un’ora esatta: mi rifugio in un vicoletto cieco, non c’è nessuno, mi stendo al suolo, tolgo le scarpe e le metto sotto la testa, è l’ora di chiudermi in me stesso, meditazione assoluta, l’ultima.


Ore 14,30, esco dallo zen, mi risveglio, caccio un urlo, mi alzo e vado verso il campo di battaglia, il momento si avvicina. Bevo, mi bagno, c’è caldo, bevo ancora, mi bagno le gambe; vedo i podisti, ne riconosco alcuni, saluto, rivedo amici, parlo con loro, cominciano a sistemarci sotto lo striscione della partenza, siamo in 1383 iscritti.


Mi dirigo lontano dalla ressa, all’ombra. Vedo Gian Maria Randi, un ragazzo di Marradi con cui ho già corso da queste parti; mi avvicino, lo saluto, parliamo. Un mese fa, di ritorno in treno verso Faenza, ci incontrammo sulla stessa carrozza, una combinazione; quel giorno avevo provato la salita di Fiesole e la Vetta le Croci. Mi siedo per terra, come un Buddha, gambe a riposo.


C’è Daniele Palladino, quello di Scandiano, tutto solo da una parte, spaesato. Mi avvicino, lo saluto, gli chiedo se la fa tutta, mi dice che è la prima 100km, che non è preparato, ma che la vuole fare per via del Trittico di Romagna, dove è in testa. Non ha il cronometro, corre senza. Lo vedo male, una 100km non si improvvisa, proprio no, e poi lui parte sempre troppo forte…


Sono le 14,50, manca pochissimo, mi incastro tra gli altri, sono di fianco a Gian Maria; lui di solito fa Triathlon, ma qualcuno l’ha convinto ad iscriversi a questa follia, forse Enrico Vedilei… ha in programma di fermarsi proprio al 65°km, la 100km non è alla sua portata, non ha mai fatto lunghissimi, mai oltre i 50km. Ha un Garmin, che però oggi non si localizza coi satelliti…


Vedo la Marisa Facchini, la saluto, anche lei mi saluta ma dall’espressione deve NON avermi riconosciuto. Ci eravamo visti a Borgo San Lorenzo in Gennaio ad un allenamento collettivo di quelli organizzati da Vedilei, ma forse la mia barba, il cappellino, la sua agitazione, non mi ha riconosciuto.. Pazienza. E’ una veramente simpatica, sui 50 anni, un fiume in piena, mi ricordo che quella volta, prima di partire per quei 35km di allenamento, mi offrì un cracker dei suoi, che io rifiutai… poi diventammo amici, è un tipo solare.


Ecco, ci passa di fianco Giorgio Calcaterra, va davanti, era un quarto d’ora che lo chiamavano, ma lui arriva solo adesso, mancano 5 minuti. Uno scricciolo, piccolo ma un fascio di muscoli, questi riccioli che gli escono dal cappellino, ‘sta faccia da furbetto, un pazzo scatenato. Vincerà anche oggi, lui vince sempre.


Mancano 3 minuti. Ecco che ci passa a fianco proprio Enrico Vedilei, il “Vichingo”, l’istituzione assoluta dell’ultramaratona, mio “tutor” sempre prodigo di consigli e cordialità, una persona squisita. Lo saluto con affetto, mi allunga la mano per stringere la mia, lui è una macchina, andrà alla grande, nella sua carriera ha corso più di 300 maratone (ma forte), ed ha finito 5 volte la 100km in meno di 8 ore; oggi non è più così veloce ma in poco più di 9 ore dovrebbe farcela. Ma fa caldo…


Cerco Noemy Gizzi, la ragazza carina che era con noi all’allenamento Borgo S.Lorenzo – Marradi dello scorso 10 aprile: sarà davanti, oggi potrebbe arrivare veramente in alto, Enrico dice che lei vuole vincere, ma secondo lui non ce la può fare, è troppo giovane ed ha corso pochissime 100km; certo, in maratona va forte, ma il Passatore sta alla maratona come un uomo adulto sta ad una bambina.


Ore 15: lo sparo! Via! E’ il momento che attendo da quasi 9 mesi.


E’ la notte del Passatore, lunga, infinita, una notte che sembra non avere limiti di spazio e di tempo…

(continua)

Nessun commento:

Posta un commento