La verità è che NON siamo ancora a metà strada e in realtà questa è la vera partenza della corsa, occorre re-settarsi e dare una calmata ai facili entusiasmi.
E’ ora di fermarsi, rivitalizzare le gambe, rifocillare corpo e mente: bisogna cambiarsi, mettersi un paio di scarpe più ammortizzate, togliersi i vestiti inzuppati di una giornata intera di corsa, e sistemarsi in assetto notte, con maniche lunghe, e quanto serve per vedere e farsi vedere al buio. Fermarsi e "perdere" 10 minuti adesso, avrà l'effetto di recuperarne 30 più avanti... Ora siamo pronti per scendere.
E’ fondamentale fare attenzione all’inizio della discesa: fino al 55°Km si vola giù al 7%, è una pendenza che può far illudere e far male. Dopo Casaglia e Crespino del Lamone la discesa NON è più tale, la strada spiana e già prima di Marradi (330mt) iniziano i sali-scendi, le gambe diventano dure, prima come il legno, poi come il marmo.
Il km.65 di Marradi (ultimo traguardo intermedio), potrebbe essere il capolinea definitivo se non si è corso con la dovuta attenzione e se la testa era convinta di essere già all’arrivo. Da qui in poi è importante avere riferimenti fisici e psicologici, è molto utile la compagnia di altri podisti o di un amico che accompagna in bicicletta.
La strada propone un dolce declivio fino al traguardo finale, caratterizzato da un continuo slalom con la linea ferroviaria, prima i viadotti, poi arriva una lunga teoria di passaggi a livello. Faenza è lontana, al km.75 siamo a San Cassiano, ora bisogna cercare di arrivare al prossimo paese, poi al km.80, poi ancora al limite, fino al fatidico km.90 di Brisighella: già, perchè se arrivi fino a 90 puoi arrivare anche fino a 100.
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