mercoledì 20 luglio 2011

100km del Monte Grappa, il racconto – 1° Parte

di Andrea Boni Sforza

Sabato 16 Luglio, sveglia all’alba.

Avrei dovuto svegliarmi verso le 7, ma già alle 5 e mezza ho lo stomaco in subbuglio, ieri sera ho mangiato troppo tardi, un impegno a cui non potevo mancare, cioè la corsa degli amici TRC, e poi ho dormito male. Non sto neppure tanto bene. Doppio caffè per svegliarmi. Ma mi ci vogliono un paio d'ore per mettermi in squadro, sono un po’ sguasto. Stranissimo, non da me.


Verso le 9,30 mangio un bel piatto di pasta. Con verdura. Sto meglio.

Ebbene sì, la “Asolo 100km”, sarà una specie di Passatore: partenza della gara alle 3 del pomeriggio, prime ore al caldo, poi salitone fino al km.48, cambio vestiti, discesa nella notte, e ultimi 25km nel buio profondo, arrivo previsto dopo le 3 di notte, penso impiegherò 12-13 ore. I preparativi sono i soliti: la borsa coi vestiti per la partenza e per l’arrivo, lo zainetto col cambio a metà percorso, e poi la borsa con il cibo per il viaggio.

Poco dopo le 10 parto da Sant’Ilario, vado in macchina verso l’autostrada. Al casello di Reggio mi aspetta l’amico Enea, appuntamento alle 10,30. Arrivo in preciso orario, anzi no, all’uscita del casello ci sono file di macchine per il concerto di Ligabue… Uff, mi fanno perdere una decina di minuti.

Sono le 10,40, Enea monta in macchina, saluta la moglie, partiamo. Vorrei arrivare ad Asolo verso le 13, il viaggio è lungo (250km), ma voglio prendermela comoda con qualche sosta per mangiare un po’.

L’A22 è intasata proprio allo svincolo per l’A4 prima di Verona… Cheppalle, perdiamo altri 20 minuti per la fila. Ci fermiamo a mangiare un po’. Banane, altra frutta per me, bevo. Enea entra in autogrill e si va a prendere nutella, biscotti e tè… Enea è autodidatta. Non solo non ha mai fatto una maratona in vita sua, lui non ha mai fatto una sola corsa in vita sua, non è tesserato con niente e nessuno, ha solo il certificato medico di buona salute, “quello di Nonna Papera”, come dice lui. Oggi, per la prima volta, si metterà un pettorale sulla maglietta.
Enea Righi è un collega di lavoro, ha 44 anni: meno di un anno fa, quest’inverno, ha smesso di fumare, ha iniziato a correre per conto suo, fino a riuscire a fare anche 27km da solo, utilizzando come percorso di allenamento il tragitto da casa sua al lavoro. In pochi mesi avrà perso 15-20kg.

Poi, ad inizio Giugno (40 giorni fa), l’ILLUMINAZIONE: gli dico che c’è una manifestazione, il “Corri contro la Sla”, sono alcuni ragazzi che corrono 60-70km al giorno, fanno una tappa da Parma a Pontremoli, la si può fare in compagnia. Viene anche lui, in data 11 giugno corriamo insieme per la prima volta, e lui si beve 65km… ritmo lento, certo, con pause, ma sempre 65km, in compagnia di ragazzi fantastici, tra i quali Enea trova in un elemento come Popof (Filippo Poponesi) il suo “mentore”.


La settimana dopo Enea viene anche a fare la tappa da Gubbio a Fano, 67km. Oggi prova a farne cento. Si, dal nulla a 100km. Senza preparazione tecnica, nè fisica nè altro.. Alla faccia di quelli che “preparano” due maratone all’anno…



Per arrivare ad Asolo il navigatore ci manda su qualche stradina di provincia… Non si arriva mai! Poco dopo le 13 ci fermiamo ancora, bevo, mangio la pasta che mi ero preparato a casa, un po’ di insalata, Enea spilucca un po’, intanto ci cambiamo al volo.



Sbaglio strada un paio di volte, ma è poca roba, arriviamo al ritrovo di Casella d’Asolo, il tendone di Sant'Apolinnare, poco prima delle 14. Il briefing è già andato, chissà cosa avranno detto… Solo il tempo di ritirare i pettorali, poi ci si mette ad aspettare le navette che ci porteranno su ad Asolo, 3-4km di distanza, per la partenza in piazza.



Ad aspettare lì con noi ci sono i soliti ultra-suonati, età media 50anni. Il livello è quello che è, saremo 120-150 iscritti, ma non è una corsa Fidal, quindi non ci saranno big, ma i personaggi sono i soliti da Passatore & C,. con l’aggiunta di qualche montanaro scalatore di queste parti, veneti o trentini.



Tra gli altri spicca un tizio con un fisico asciutto e muscolare, definito, si vede che è uno che va forte, anche l’abbigliamento è molto tecnico… Runners Bergamo… lo guardo bene, si l’ho già visto… ecco chi è: Tiziano Marchesi, fresco primatista italiano di 48ore. Wow! Lo saluto, gli faccio i complimenti. Ragazzo simpatico, molto disponibile...




Vaselina a go-go, su piedi, inguine, capezzoli e… Mentre mi attacco il pettorale alla canotta mi rendo conto che non ho preparato l’elastico da mettere attorno alla vita per spillarcelo… strana dimenticanza. Quando mi cambierò dovrò anche staccare e riattaccare le spille… E sarà tempo sprecato! Stranissimo, non da me.Vabbè, arriva la navetta, andiamo su alla partenza, ad Asolo, che è 100mt più in alto...


La piazzetta è piena, podisti pronti a partire per la 100km, un po’ di gente, pochi accompagnatori, anzi, nessun accompagnatore. Il centista qui è un solitario, i suoi unici accompagnatori sono gli altri centisti. Ecco Bruno Nicolussi, un ragazzo (si fa per dire, ha 53 anni!) trentino. Ha saputo di questa 100km da me 10gg fa, su Facebook, si è iscritto senza esitazione, è alla sua 2° 100km dopo aver fatto il Passatore 7 settimane fa.


Facciamo due chiacchiere, ci eravamo dati appuntamento qui… Gli presento Enea, che scalpita senza meta. Una brava persona Bruno, si vede; gran fisico, forte e muscolare, ma il difetto di essere interista, come Ciro.


Bel paesino Asolo, un borghetto di collina, suggestivo e tranquillo. Penso che se avrò mai occasione (e quando mai ce l'avrò? Mai...) verrò qui, in vacanza.


Alla partenza trovo alcune facce da NoveColli Running, c’è la Monica Baldi, che proprio alla Nove Colli si era fermata a metà gara, cioè dopo 101km. Una ragazza tosta, ma anche carina e simpatica. Poi trovo il sempre presente Fabio Busetti, lo saluto… Lui alla NoveColli ci era arrivato in fondo, nonostante a metà gara fosse già... morto. 15°assoluto, 202km in 27h17'.

Faccio due chiacchiere con Monica, mentre Enea gira avanti e indietro per la piazza, lo lascio solo mentre l’ansia pre-gara lo divora. Io sono tranquillo, anzi di più, mi sento come fossi al bar a salutare gli amici… Siamo una ventina di persone attorno ad una fontana circolare, ci si rinfresca, ci saranno 28-30°C, abbastanza caldo.


Seduto c’è un tizio con una maglietta che dietro reca un’altimetria nota, leggo bene, dice “BADWATER FINISHER”… Proprio così, è Stefano Molteni, reduce dalla 217km americana di 4gg prima. Lo saluto, ha il volto un po’ spellato, deve aver preso un po’ di sole… Ce l'ha fatta in 42h, mi racconta un po’ della sua esperienza, ma deve interrompersi, ormai sono le 14.57, andiamo verso la partenza.


Poco prima dello sparo, Stefano mi raggiunge sotto lo striscione, riprende il suo racconto da dov’era rimasto, mi fa vedere l’unghia del piede che si sta staccando… Mi fa un po’ senso, ma è su questa bella immagine che si parte! Speriamo non sia di cattivo auspicio.



Si corre. Sono poco concentrato. Saluto Enea, che rimane dietro prudente. Io vado leggero, corro con Bruno per un po’, poi corro con Monica. So che non posso tenere il suo ritmo a lungo, lei va forte, la saluto minacciando di riprenderla negli ultimi km, un ignobile bluff...


I primi 2 km sono in leggera discesa, poi si va verso Maser. Dopo 4km mi passa Marchesi, mi saluta. Passo il 5°km in 27’, troppo veloce. Rallento e bevo, mi rinfresco. D’improvviso si gira a sinistra, inizia una salita. Sarà il primo “colle”, questo di Maser. La salita è tosta, cammino subito. Tranquillo. Caldo.


Si scollina dopo circa 3km di salita, non pensavo fosse così lunga. La faccio tutta con una ragazza, si chiama Adele; ad un tornante decidiamo entrambi di correre appena, c'è gente che applaude... Ho camminato parecchio, la media al km è già andata sottosuolo, lascio perdere il Garmin. Al culmine della salita mi tolgo la canotta, maledico le spille del pettorale, che a questo punto mi attacco ai pantaloncini, perdendo forse un minuto. Pirla.


Adesso si scende bene, per un paio di km. Recupero, non va male, ma non va neanche benissimo, non mi sento troppo bene, devo ancora entrare nella corsa. Bevo, mi bagno.


Verso il 15°km c’è un’altra salita, Monfumo, forse 2km di ascesa. Si cammina, inutile spendere energia. Poi si scende ancora. Dolci colli, molto carini a dire il vero, anche se faticosi per chi li vuole correre... Bevo ancora, mi rimetto la canotta, era inzuppata ma il caldo l’ha già asciugata.


Rallento e parlo spesso con altri podisti. Non spingo mai, sto leggero. Cerco solo di non far fatica, vado piano, queste sono le ore decisive in cui ci si deve bagnare, non spendere energie. Il fresco lo troverò stanotte. Sono al 20°km, 2h16’, ma è già stata abbastanza dura, ho già fatto salite e già camminato. Va bene così.


Adesso la strada spiana per un po’. Fa ancora caldo, non trovo il ritmo giusto, non riesco a correre con profitto e continuità, troppi saliscendi, ma non voglio neppure spingere… Siamo a Cavaso del Tomba, brutto momento.


Cerco compagnia, la trovo in altri podisti, sempre disponibili. Siamo tutti sulla stessa barca. Sul percorso i punti di ristoro sono puntuali, c'è sempre parecchia gente a fare assistenza, disponibile e cordiale.


Sto cominciando a trovare un buon ritmo quando arriviamo a Possagno, ci fanno girare a destra per uno strappo di almeno 500-600mt ripidissimi, spacca gambe, sicuramente sopra il 10%, si cammina, poi si scende ancora. Cerco acqua, la trovo.


Sono al km.25, siamo a 3 ore esatte. Pensavo di correrlo bene, il primo quarto di gara, ma l'altimetria riportata sul sito era aleatoria, la realtà è diversa, è già stata dura e sono stanco, in compenso sono andato piano piano. Brutto momento. Caldo.


Ma il primo quarto di gara è andato, ormai arriva il salitone. Ecco, bivio a destra. Il paese si chiama Fietta, vedo un cartello, salita al Monte Grappa, 22km, 7,2% pendenza media, ca.1500mt di dislivello. Inizia a salire, i primi km sono tosti. Poi molla un po’. Cielo Coperto.


Il tempo passa, i km sembrano non passare, ormai saranno 30km alle spalle, sono un po’ giù… Empasse mentale. Procedo, ma devo uscire dalla crisi... Gioco la carta della chiamata a casa, come al milionario di Gerry Scotti. Tiro fuori il cellulare dai pantaloncini, chiamo mia moglie, sentirla mi aiuterà un po’… Infatti mi rincuora. Le dico che domani sarò a casa in tarda mattinata… Riparto.


Coraggio. Salita lunga lunga. Sta per piovere. Il cielo cambia in pochi minuti, comincio a sentire dei goccioni… Guardo il monte Grappa, lontano, è coperto da nuvoloni scuri. Affiora l'incubo del diluvio… Pioggia da qui alla cima ? Significa prendersi almeno 2 ore di acqua fredda, ed io sono in pantaloncini e canotta. Speriamo di no...


Per 5 minuti sembra che esploda il diluvio, ma poi nulla succede. Ma adesso entro nella parte dura della salita. Mi fermo ad un ristoro, come al precedente, chiedo se hanno birra. Immagino che ce l'abbiano, nascosta... Infatti ce l’hanno. Me ne aprono una, gentilissimi. Ne bevo mezzo bicchiere. mangio qualcosa e riparto.


Adesso la strada andrà su all’8-9% per almeno 6-7km, si entra nella parte a tornanti. È dura, cammino con metodo e calma. Si arriva ad un rilevamento, credo sia il 35°km, sono a 4h41’, dovrei essere attorno al 50°posto, non male, per aver solo camminato finora. Chiacchiero coi volontari al ristoro, mi rilasso e riparto.


Non fa più caldo, la salita è spesso coperta. Salgo a tratti con un trentino, che mi parla delle sue malghe, dice che si fermerà su al Grappa perché domani ha da fare… Poi supero un gruppo di tre ragazzi, evidentemente dei trailers che però hanno deciso di fare una 100km su strada, mi parlano del Tor des Geants, le crisi di sonno....


Continuo a camminare, tutti camminano, ne lascio indietro parecchi perché il mio passo è più lungo degli altri. La salita è durissima, salgo ai 9’-10’ al km, ma corricchiare è possibile solo a tratti brevissimi, ma è inutile. Siamo nel bosco delle conifere, quando la vegetazione lascia spazio alla vista del panorama, è fantastico: già si vede tutta la vallata, la pianura, al sole. Si intravvedono i piccoli campanili, le chiesette dei paesini, là in mezzo c'è anche Asolo...


Ormai saremo a 1200mt di altitudine, ma ora la salita si fa impossibile, sulla strada si legge “hard”, adesso per 2km c’è da morire, si fa fatica a camminare diritti, saremo al 18%. Non molla. Il tizio trentino, che mi ha ripreso ad un ristoro, comincia a parlare delle ciaspole e della neve che c’è su questa salita in inverno, ma adesso per terra c’è scritto “extremely hard”, è il pezzo più duro: 20%. E lui si stacca, non ce la fa più, mi saluta. Io non mi fermo, avanzo.


Gli ultimi 500m per arrivare al “salto della capra” (1450mt) sono da incubo: leggi per terra che mancano 500metri, poi guardi in su per vedere la cima, la immagini vicina e inveci la osservi più alta di te di almeno altri 80m, perchè la pendenza in questo tratto è ancora del 16-18%. Non mi fermo, ma faccio un km in 12’ circa.


Chissà, se Calcaterra facesse questa gara, chissà se riuscirebbe a correre questo pezzo.


Arrivo ad un tornante, sulla sinistra lo strapiombo, è everamente suggestivo... Panorama incredibile, non resisto, mi avvicino al guard-rail per guardare giù, mi stanno per venire le vertigini. Torno in strada. Scollino, finalmente. Adesso dovrebbero esserci 3-4km di falsopiano, attorno a quota 1400mt, poi il tratto finale di salita al Grappa. Respiro. Ricomincio a correre. Sono entrato con le gambe e col cuore in questa corsa. Ma quant’era dura quella salita, quanto l’ho odiata.


Attorno al km.39 c’è il check point, passo in 5h15’, qui c’è il “cancello” delle 6 ore. Al tavolino leggo che sono al 51° posto. Mi fermo a mangiare e bere un po’. Riparto. Adesso si corricchia un po’, poi la salita riprende, ma per alcuni km è solo al 4-5%. Raggiungo due ragazzi veneti, parlo un po’ con loro, sono entrambi alla prima 100km, stanno volentieri con me, sono molto prudenti.


Affrontiamo insieme gli ultimi 3km, dove la strada si fa più dura. Sono al 45°km, tempo 6h10’, sono passate le 9 di sera da poco, inizia a fare scuro. Ultimi km, tutti tra l’8% ed il 10%, riprendo a camminare, inutile spendere energie. In pochi minuti scende il buio…


Comincio ad aver freddo, spero di arrivare alla cima appena possibile. Manca 1km. Ancora 8-10 minuti. A 700mt dalla vetta la strada incrocia la provinciale, da qui si va sù a destra verso l’ossario del Grappa, a 1720mt.


Gli ultimi metri sono quasi al buio, incrocio uno dei podisti che stanno già scendendo con la luce frontale, rallenta, mi riconosce… è Bruno! Mi dice “Forza Andrea, duecento metri!”.



E' stata infernale, questa salita, come tutta la prima parte della corsa, non la credevo così dura, non pensavo. Ormai sono a metà gara, ma sembra sia già passata una vita. La cima del monte è avvolta da una nube, non si vede nulla.



Buio pesto, faccio il giro del rifugio ed eccomi al check-point. Il Garmin segna km.47,830 in 6h36’55”. Ci sono, sono in cima al Monte Grappa.

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