mercoledì 7 dicembre 2011

La 24 ORE più bella... magia della passione

di Andrea Boni Sforza




FLASH-BACK: Fano, domenica 9 ottobre. Forse le 8, le 9 del mattino.


Una corsa già finita, per me. Erano i campionati italiani FIDAL di 24 ore. Mi ero fermato nella notte, dopo neppure 15 ore, poco più di 120km percorsi, per via del diluvio, quel nubifragio che aveva interrotto la corsa per un’ora, inzuppandomi tutti i vestiti. Non ero più ripartito, mi ero congelato. Prima sulla macchina, a cercare un po’ di caldo, poi a cercare coperte sotto il tendone… una notte insonne. Pensavo di rientrare subito a casa, con Ciro, ma mentre facevo quei pensieri, lui era già ripartito a correre. Io no, la mia prima 24ore ufficiale era diventata una bellissima incompiuta. Stavo bene, ero avanti, avrei potuto fare forse 180km chi lo sa, fatto sta che mi ero fermato a 120 e mancavano ancora 9 ore alla fine. Un sogno spezzato.


A quel punto, dopo aver dormito un po’, giravo per il circuito per capire chi si fosse rimesso a girare su quei maledetti 2230 metri… le prime donne, e parecchi uomini. C’era anche Enrico, si, Enrico Vedilei, che dopo aver corso le prime 3-4 ore credo, si era messo a camminare per tutto il resto del tempo, tenendo compagnia man mano a tutti quanti… non era in forma, ma non se n’era certo andato a casa a gara sua finita, come avrei fatto io se Ciro non si fosse rimesso a correre sotto l’acqua…


In quel momento Enrico era solo… vado a salutarlo, mi dice: “Andrea che fai ? non ti rimetti a correre ?” ed io “No, ho già dato il chip stanotte, mi sono ritirato, chiuso” e lui “Ah peccato… stai un po’ con me ? facciamo un giro insieme ? dai me ne mancano tre per arrivare a 100km”


Si, aveva continuato a camminare tutta notte, tutta la giornata del sabato, chiacchierando con tutti, fino ad arrivare a 100km ad un’ora dalla fine… Gli dico :”volentieri Enrico! Faccio due passi con te”… Parliamo un po’, io sono lì, sconfitto… E lui mi dice “la fai la 24 ore di San Benedetto ?” ed io “dove ?” e lui “San Benedetto del Tronto, la organizza Francè, in dicembre”. E comincia a parlarmi di questa corsa, che neppure sapevo che esistesse…



OGGI: San Benedetto del Tronto, sabato 3 dicembre. Forse le 8, le 9 del mattino.

Hotel La Palazzina, a 100metri dal percorso. Carino. Al venerdì ero già lì, da solo. Stavolta Ciro non c’era. Avevo cenato presto, in camera, roba portata da casa, verso le 7, e dopo le 8 ero già più o meno a letto. Una bella dormita, poi eccomi al sabato mattina, il giorno della gara. Bel tempo, bel posto, di giorno forse anche 15-16°C, di notte l’aria è frizzante ma non si scende sotto i 7-8°C.

Maratona Non Stop di 24 Ore “Io sto con Telethon”, 2° edizione, organizzata da Francesco Capecci, il “baffo” della famosa Maratona sulla Sabbia. Circuito da 1200metri, precisi, quasi tutto asfaltato, piacevole, scorrevole, con giretto nel parco e nella “movida” del centro. Carino. 40 partecipanti. Un terzo farà solo la maratona, un terzo farà la 6 ore, l’altro terzo farà la 24 ore, o almeno ci proverà. Poi ci sono un paio di elementi che fanno la 12 ore.

Colazione. Verso le 9 sono fuori dall’hotel. Ecco arriva Alina… è venuta a fare la 6 ore, per i fatti suoi, naturalmente è partita da casa da sola al mattino, senza dirlo a nessuno, perché “Non voglio che nessuno mi rompa le palle!” mi dice. Un allenamento per lei, un “lungo” in vista di obiettivi SUOI che non le chiedo per non venire insultato il giorno della gara. Mi fa spostare avanti la MIA macchina per parcheggiare la SUA, che sarebbe più “lunga”, e visto che la mia è più “corta”, quest’ultima può stare in un angolo come fosse un cubo... Eseguo. Amo andare d’accordo con le donne.


Facciamo un giro sul percorso… ecco, c’è proprio Francesco, sta sistemando le transenne, lo salutiamo. Foto. Andiamo a ritirare i pettorali, il chip… bella atmosfera, poca gente, tutto molto carino. Arrivano altri, caffè, bar, altra colazione. Ultimi preparativi, vaselina, si parte leggero, ma nel borsone sistemo tutti i ricambi per la notte, cuffie guanti giubbettini felpe & passamontagna.

Ore 11, si parte!

Sto bene, parto senza pressione, corricchio, come fosse una 100km…. Ed ai 100km ci voglio arrivare bene, tranquillo, ma in meno di 12 ore, poi dopo ci si cambia, nuove scarpe e inizia la gara.

C’è Adriano Arzenton alla partenza, me lo ricordo a Fano, andava al mio ritmo, anche lui si fermò alla 15° ora per il nubifragio, con 4km in meno di me. Poi c’è Angela Gargano col marito Michele Rizzitelli, e Giuliana Montagnin, instancabile sempre presente! C’è Adele Rasicci, la piccolina coi capelli neri sparati che ogni anno prova la Nove Colli ma non arriva al cancello dei 151km entro le 23 ore, e c’era anche alla 100km di Asolo… La saluto, simpatica, matta.

Le prime ore sono le più difficili per me, non trovo l’abbigliamento giusto, ogni giro mi fermo a cambiare qualcosa, una maglietta, un cappellino, una cuffia… un po’ di nervosismo forse. Non c’è caldo, non c’è freddo… Bah

Pomeriggio, man mano si tolgono dal percorso quelli che fanno la maratona, è un primo passo verso la solitudine, rimaniamo neppure una trentina, girano anche quelli della staffetta. Ormai si cominciano a distinguere le facce, le sagome, dall’andatura capisci chi si fermerà di lì a poco per la 6 ore e chi proseguirà.

Prima crisi. Sono a 45km e sono già in crisi… Passo la Giuliana, per l’ennesima volta :”Giuli, sono in crisi..” le dico. E lei: “tu in crisi? Non è vero”. Niente, devo ricorrere all’espediente. L’espediente è mia moglie.

Mi fermo al ristoro, prendo il cellulare. Sto per chiamare, ma ecco che passo la Gargano… è con Marina Mocellin, la bionda. Aspetto un attimo, le dico “Angela, sono in crisi, devo chiamare mia moglie… che le dico ?” e lei “che le dici ? Andrea, dille che l’ami !! dille che l’hai chiamata solo per dirle che l’ami!! Sai che cosa vuol dire questo per una donna!”… Nei pressi c’è suo marito, che ride e si allontana…

Penso un attimo alla canzone di Stevie Wonder… ma poi chiamo… dall’altra parte mi sento dire quello di cui ho bisogno: “Cosa?!? 45km e sei in crisi ?!?!? Pappamolla dilettante ! e tu vorresti fare la Spartathlon ?? Ma tu sei una mezza sega !!! Io sono qui a lavorare e tu mi chiami per dirmi che sei in crisi dopo 45km?!? “ Finisce la telefonata, durata 45 secondi. Riparto. Crisi passata.

Sono le 5 del pomeriggio, ecco che finisce la 6 ore. Si ferma la Gargano, la saluto, sempre gustosa… Si ferma anche Alina, per lei poco più di 50km senza stress, ha altre maratone presto. Dopo un’oretta torna per salutarmi e se ne torna a casa… mi dice di farle sapere con qualche messaggio, anche di notte… Corro da 7 ore, adesso fa buio: d’ora in poi sarà tutta un'altra corsa, sarò molto più solo, ma non sarò MAI SOLO... vado avati. Sul percorso è rimasto Arzenton, che deve avere un paio di giri in meno di me, e altri che però non conosco. Ma li conoscerò tanti nuovi amici col passare dei giri.






Uno di loro, magrissimo, si ferma a gustarsi una sigaretta ed una birra… mi dice di fermarmi a bere con lui, la tentazione c’è, ma resisto. Me lo ritroverò sul percorso, mi spiegherà che è vegetariano, ma non come me che solo ci provo, lui davvero, per obiezione di coscienza… Gente strana i vegetariani, pochi ma vincenti. Io non ancora.

Verso le 8 di sera ho una piccola crisi, mentale soprattutto, anche se legata al fatto che non riesco più a correre con continuità ed ho fatto “solo” 80km, troppo presto per camminare. Ma penso che la crisi passerà…. La faccio mia e tra un po’ non ci sarà più. No, balle. Ho ancora bisogno dell’espediente.

Chiamo di nuovo mia moglie. È raro che sprechi 2 volte il jolly della chiamata a casa, ma anche stavolta funziona. Gli insulti sono gli stessi di poche ore prima, non si è preparata niente di nuovo, però stavolta le scappa da ridere sulla “mezza sega”, perché le scappa detta “mezza pippa”. Riparto. Crisi passata.

Chiamo Max, ci sono sue telefonate perse… mi incoraggia, come sempre in queste corse. Grazie. Anche il Maranga mi cercherà più tardi. Grazie.

Passo il km.100 in 11h45’. Mi fermo a cambiare scarpe e tutto il resto, si entra nella notte e nella gara vera. Al ristoro c’è la moglie di Capecci, ogni giro due parole e tre battute… insostenibile! Un signore mi dice che sono 1°, ho un giro di vantaggio sull’”amico suo” (e chi è?) e due giri su Arzenton. Scoprirò che l’”amico suo” è tale Luca Luberto, uno del posto che ha fatto la 12 ore coprendo 99,8km. Immaginavo di essere nei primi 2-3, perché non avevo mai notato nessuno che mi superasse dopo la 6° ora. Non ne sono sorpreso, ma la cosa mi intriga…

Dopo 8-10 minuti riparto, lì dal ristoro si sparge la voce che io sarei il 1°, ma a quel punto nego, perché sostengo che durante la mia sosta gli altri due mi avranno superato. Infatti Adriano dopo un po’ mi riprende e va via, io preferisco camminare, ho appena mangiato. Ogni giro si passa davanti ad uno schermo dove controlli giri e km percorsi, è tutto corretto, ed è tutto molto bello e ben organizzato. Fatto proprio bene.

Notte. Verso le 3-4 di notte arrivano le crisi di sonno… si comincia ad ondeggiare mentre cammini, ed hai due possibilità: ti fermi per un po’, oppure resisti e vai avanti piano. Resisto. Prendo uno, due caffè. Faccio un giro, ne predo un altro. Mangio sempre qualcosa, ad ogni giro.

Alcuni si fermano per dormire, ma per me è letale, per qualche ora spariscono dalla gara, il risveglio è sempre più difficile del previsto, e ripartire non è semplice. Io cammino, vado avanti. A tratti marcio, a brevi tratti corricchio, se c’è leggera discesa, e solo se produco una velocità che giustifichi lo sforzo. Non ha senso correre ai 7 all’ora se puoi camminare ai 6 all’ora: correre può esaurirti le energie in un nulla, camminare lo puoi fare all’infinito, se il tuo fisico e la tua mente sono allenati per farlo. Io finora sono arrivato a 15 ore, a Fano. Oggi voglio fare di più.

Sono le 2 di notte, siamo a 15 ore, sono a 120km, cioè 2km in meno di Fano, ma là c’era più gara, più motivazione, e qui sono partito più prudente perché voglio arrivarci in fondo. Adesso ho 5 ore esatte per arrivare ai 150km che sono il mio obiettivo minimo.
Devo fare tante brevi soste, ma NON fermarmi mai del tutto. 75kg, sono pesante per correre, alto e rigido, ma ho compasso lungo, devo lavorare su questo. Camminare se non posso correre, ma continuare. Le soste servono per rifocillarsi, rilassarsi, darsi tregua. Metto i guanti. Cominciano a farmi male le caviglie, la sx soprattutto. Passerà, penso. Mai fermarsi, devo continuare. Metto via il cellulare, ora voglio rimanere proprio da solo.

La Giuliana riparte, dopo lunga sosta. Riparte anche l’Adele, con la sciarpa di Telethon, mi chiede come abbia fatto a non fermarmi mai. Adriano continua a corricchiare sempre, ha un ritmo appena più veloce del mio, se non si ferma per una sosta lunga, non ho alcuna possibilità di prenderlo, avrà già un paio di giri di vantaggio ed io non ho margine di miglioramento, ma posso continuare all’infinito. Continuo.

Cerco l’alba, che non arriva. Adriano mi dice che le ore più difficili sono dalle 5 alle 7 del mattino, quando cerchi la luce del sole ma non arriva. Ed è così, questa è una notte lunghissima.

Cammino, continuo. Muscolatura indolenzita. Guai a toccarmi un polpaccio o un quadricipite, scottano e sono tesi come corde di violino. Ma la parte superiore risponde bene, spingo con braccia, petto, addominali e dorsali. Le gambe seguono il movimento del corpo. Mesi e mesi di duro lavoro. Pagano. Giro in 11-12 minuti, comunque 6 all’ora minimo. Sono a 20 ore finalmente, 150km esatti. Questo era il mio obiettivo. Ce l’ho. Vado avanti.

C’è luce, alle 7 è finita la lunga notte. Ma adesso è veramente dura. Le caviglie dolgono, quella sinistra fa male. Il polpaccio destro fa male, nella parte alta mi tira e fa davvero male. Non riesco più ad alzare i piedi, posso solo camminare. C’è una discesina di 5 metri alla fine del parco, non la posso correre sennò mi esplode il polpaccio.

Cammino. È la prima volta che porto il mio corpo oltre i 150km, sono nell’ignoto ed inesplorato. Non posso far altro che avanzare ed imparare a mie spese. Il mio corpo imparerà, le mie gambe, i miei muscoli, la mia testa impareranno, oggi soffriranno, ma la volta prossima no.

Avanti, cerco e trovo sostegno negli altri… David Luberto, immagino sia il fratello di quello che si è fermato a 12 ore, spesso lo incrocio, a volte mi supera, nella notte si è fermato 4-5 ore, mi marcia davanti… Due parole con la Giuliana, due con Marina, due con Adele sempre divertente…

Adriano mi passa ancora, gli dico che è stato grandissimo, non si è mai fermato, gli stringo la mano come si fa ad un giovane amico…

Ultime due ore… faccio i conti, se tengo duro finisco a 174km… però no, adesso voglio mollare, sento che i muscoli mi stanno esplodendo, mi metto a 13 minuti al giro, verso i 5 all’ora, una camminata più sciolta con meno sforzo…

Ultima ora… penso di fermarmi per cambiarmi e mettermi la divisa TRC, ho addosso una maglietta vecchia, magari fanno la foto… ma no, vado avanti, magari se mi chino alla borsa non trovo la maglietta e mi inchiodo con la muscolatura. Non riesco ad alzare legambe, ma cammino.

Ultimo giro, mancano 20 minuti… sì, sono a 23h40’, infinita. Mi raggiunge Adriano, forse ha preso 5-6 giri su di me, mancano 500metri… decidiamo di finire insieme.

L’arrivo è bellissimo. C’è gente, tanta gente che applaude, ci aspettano, siamo il 1° ed il 2° e finiamo insieme… è bellissimo. Taboga finale di 100 metri, Adriano accenna una corsetta, mi dice di venire con lui… no, non ce la faccio, non posso correre, lo lascio andare. Arriva lui, poi arrivo io. È finita. 24 ore.
Non ci posso credere… ho finito: km.171,795 in 23h54’27”. Un’impresa sovrumana, più di 4 maratone in un giorno solo… inconcepibile, una distanza IMPOSSIBILE da fare con le proprie gambe. Ma l’ho fatta. Magia della passione.

Abbraccio Adriano, abbraccio e bacio Francesco Capecci, che mi dà la medaglia. Sono emozionato, e felice. Forse anche loro due sono emozionati… Adriano è esperto, ha già finito la Nove Colli e credo anche qualcos’altro, ma forse è la prima volta che vince una corsa, chissà cosa prova...


Abbraccio mesi e mesi di lavoro, abbraccio infiniti chilometri di passione, abbraccio idealmente Enrico, e con lui tutti coloro che col cuore mi hanno "portato" a questa corsa, e che non mi hanno lasciato MAI SOLO.


Tutto il resto è emozione. Magia della passione.




Classifica maschile:
1. Adriano Arzenton km.178,995
2. Andrea Boni Sforza km.171,795
3. Franco Marozzi km.151,395

Classifica femminile:
1. Adele Rasicci km.148,995
2. Marina Mocellin km.146,595
3. Giuliana Montagnin km.103,395